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Aumento delle pensioni minime: cosa cambia nel 2025
Dal 1° gennaio 2025, i pensionati INPS si troveranno a ricevere un incremento delle loro pensioni minime di soli 1,9 euro al mese. Questo aumento, che porterà l’assegno mensile da 614,77 euro a 616,67 euro, rappresenta una delusione per molti, specialmente considerando le promesse iniziali di un incremento di 3 euro, come annunciato nella Legge di Bilancio. La situazione è aggravata dal fatto che il Governo non ha recuperato il calo previsto, nonostante l’aggiunta obbligatoria del 2,2% che avrebbe dovuto portare l’aumento complessivo al 3%.
Rivalutazione delle pensioni: un sistema complesso
Con l’introduzione della rivalutazione per scaglioni, il Governo ha cercato di rendere il sistema più equo. Tuttavia, non tutti gli assegni verranno indicizzati in modo completo. Per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà pari al 90%, mentre quelle superiori a 5 volte il minimo subiranno un incremento solo del 75%. Questo approccio, sebbene migliori leggermente l’equità, continua a penalizzare i pensionati con assegni più alti, creando un divario economico tra le diverse categorie di pensionati.
Le conseguenze per i pensionati: un potere d’acquisto in calo
Gli aumenti previsti per le pensioni medio-alte sono altrettanto deludenti. Ad esempio, una pensione lorda di 1.000 euro mensili vedrà un incremento di soli 8 euro, mentre un assegno da 1.500 euro aumenterà di appena 12 euro. Per chi percepisce 4.000 euro lordi al mese, l’aumento sarà di soli 30 euro. Questi importi evidenziano un evidente squilibrio, aggravato dai tagli cumulativi di 37 miliardi netti applicati dal Governo fino al 2032. La situazione ha generato una forte delusione tra i pensionati, che si sentono trascurati e non adeguatamente tutelati.