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Un aumento del 0,5%: cosa significa per i pensionati?
Il governo Meloni ha presentato una bozza della legge di bilancio 2025 che prevede un aumento delle pensioni minime di soli 3 euro al mese. Questo incremento porta l’assegno mensile da 614,77 euro a 617,9 euro, un aumento che rappresenta solo lo 0,5% rispetto all’anno precedente. In un contesto di inflazione che si attesta intorno all’1% per i beni di largo consumo, questo aumento appare irrisorio e insufficiente per i 1,8 milioni di pensionati che dipendono da questo sostegno.
Le critiche e le aspettative disattese
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ha definito questo aumento “pensioni da fame”, sottolineando come non risponda al reale aumento del costo della vita. I pensionati continuano a subire i rincari avvenuti nel 2022 e nel 2023, e la richiesta di un indice specifico per i pensionati al minimo è sempre più pressante. Dona evidenzia che l’attuale indice utilizzato per l’adeguamento delle pensioni non tiene conto delle spese quotidiane, come alimenti e salute, che pesano maggiormente sui pensionati.
Promesse elettorali e realtà
Questa manovra contrasta nettamente con le promesse fatte durante la campagna elettorale da Fratelli d’Italia e Lega, che avevano assicurato un sostanzioso aumento delle pensioni minime, con l’obiettivo di portarle almeno a 700 euro al mese. La delusione tra i pensionati è palpabile, e molti si sentono traditi da un governo che non ha mantenuto le sue promesse. Oltre all’aumento delle pensioni minime, la legge di bilancio prevede anche altre misure previdenziali, come la proroga di Quota 103 e Opzione Donna, ma queste non sembrano sufficienti a risolvere le problematiche legate al sostentamento dei pensionati.