La questione dei silenti Enasarco: un problema previdenziale irrisolto

Un'analisi della situazione degli agenti di commercio e delle loro richieste di giustizia

Chi sono i silenti Enasarco?

Il termine “silenti” si riferisce a circa 700mila agenti di commercio che, dopo aver versato contributi all’Enasarco, si trovano in una situazione di incertezza e disagio economico. Queste persone, che hanno dedicato anni della loro vita al lavoro, si sono viste negare il diritto a una pensione dignitosa a causa di cambiamenti normativi avvenuti nel corso degli anni. Molti di loro, come Francesco Briganti, hanno versato ingenti somme senza mai ricevere un ritorno, né in termini di pensione né di rimborso dei contributi versati.

La storia dell’Enasarco e le sue regole

L’Enasarco, ente nazionale di assistenza per gli agenti di commercio, è stato creato nel 1938 e ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni. Privatizzato nel 1994, ha visto l’introduzione di regole che hanno reso obbligatorio il versamento di contributi sia all’INPS che all’Enasarco. Fino agli anni Ottanta, bastava versare contributi per 10 anni per ottenere una pensione minima, ma nel tempo questo requisito è stato aumentato a 20 anni, senza un’adeguata comunicazione agli interessati.

Le conseguenze per i contribuenti

Molti degli agenti di commercio che oggi si definiscono “silenti” non hanno raggiunto i requisiti per ricevere una pensione, né tantomeno la restituzione dei contributi versati. Questo ha portato a una serie di cause legali, tutte respinte dai tribunali, che hanno confermato la legittimità delle decisioni di Enasarco. La situazione è diventata insostenibile per molti, che si trovano a fronteggiare difficoltà economiche in età avanzata, senza alcun supporto previdenziale.

La risposta della politica e le speranze per il futuro

Negli ultimi anni, la questione dei silenti Enasarco ha attirato l’attenzione della politica, con interrogazioni parlamentari e ordini del giorno approvati per impegnare il governo a trovare una soluzione. Tuttavia, le proposte concrete sono ancora in fase di discussione e non è chiaro se e come verranno attuate. La situazione rimane complessa, e i silenti continuano a lottare per il riconoscimento dei loro diritti e per una soluzione che possa garantire loro un futuro dignitoso.

Scritto da Redazione

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