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Un sistema pensionistico sotto pressione
Negli ultimi anni, il sistema pensionistico italiano ha mostrato segni di crescente vulnerabilità. Con una spesa che nel 2023 ha superato i 300 miliardi di euro, pari al 15,2% del PIL, l’Italia si colloca ai vertici della classifica europea per quanto riguarda la spesa pensionistica. Questo dato preoccupante è aggravato da un invecchiamento della popolazione e da una denatalità che non accenna a diminuire. La situazione è ulteriormente complicata dalla crescente dipendenza tra giovani e anziani, con un rapporto di 4 giovani per ogni anziano, rispetto alla media europea del 36%.
Le cause dell’invecchiamento demografico
Il tasso di fecondità in Italia è tra i più bassi dell’Unione Europea, con solo 1,24 figli per donna nel 2022, rispetto a una media di 1,46. Questo, unito a un’aspettativa di vita tra le più alte, contribuisce a un aumento del tasso di dipendenza, che nel 2022 ha raggiunto il 41%. L’età mediana della popolazione italiana è di 48,4 anni, il valore più alto in Europa, il che significa che il nostro Paese sta invecchiando rapidamente. Questo scenario demografico mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico, poiché ci sono sempre meno giovani lavoratori a contribuire.
Oltre all’invecchiamento della popolazione, il sistema pensionistico italiano deve affrontare anche sfide economiche significative. L’inflazione, che ha colpito duramente l’economia negli ultimi anni, ha portato a un aumento della spesa pensionistica, poiché le prestazioni devono essere adeguate al costo della vita. Inoltre, l’uscita dalla forza lavoro della generazione del baby boom, la più numerosa, porterà a un picco nella spesa pensionistica, con previsioni che indicano un aumento fino al 17% del PIL. Questi fattori combinati pongono un serio interrogativo sulla capacità del sistema di garantire un adeguato sostegno sociale alle future generazioni.