Novità sulla Legge di Bilancio 2025: pensioni e misure per i lavoratori

Scopri le principali modifiche alla Legge di Bilancio 2025 riguardanti le pensioni e i lavoratori.

Incremento delle pensioni minime

La Legge di Bilancio 2025, approvata recentemente, prevede un incremento delle pensioni minime che passeranno da 614,77 euro a 617,89 euro, con un aumento del 2,2%. Questo cambiamento è significativo, poiché senza queste misure, gli importi minimi sarebbero scesi a 604 euro mensili. Per il 2026, si prevede un incremento più contenuto dell’1,3%, ma la maggioranza di governo sta valutando un ulteriore innalzamento delle pensioni minime, con l’obiettivo di raggiungere i 620 euro, e non si esclude la possibilità di arrivare fino a 630 euro. Questa modifica interesserebbe circa 1,8 milioni di pensionati, richiedendo risorse aggiuntive rispetto ai fondi già stanziati.

Misure per le madri lavoratrici

Una delle innovazioni più rilevanti riguarda le madri lavoratrici con almeno 4 figli, che potranno beneficiare di un anticipo di 16 mesi sull’età pensionabile. Questa misura si applica alle lavoratrici che hanno iniziato l’attività dal 1996 e che rientrano completamente nel sistema contributivo. Tale modifica rappresenta un passo importante verso una maggiore equità nel mondo del lavoro, riconoscendo il valore del lavoro di cura e delle responsabilità familiari.

Strumenti di pensionamento anticipato

La Legge di Bilancio 2025 mantiene attivi i principali strumenti di pensionamento anticipato, come Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Quest’ultima continuerà a consentire l’uscita dal mondo del lavoro al raggiungimento dei 62 anni di età anagrafica, combinati con 41 anni di contributi versati. È importante notare che l’assegno pensionistico verrà interamente ricalcolato con il metodo contributivo, il che potrebbe comportare una riduzione dell’importo finale rispetto al calcolo con il sistema misto. Inoltre, il 2025 vedrà la detassazione del Bonus Maroni, un incentivo per i lavoratori che scelgono di continuare a lavorare pur avendo i requisiti per Quota 103.

Novità per il settore pubblico

Per il settore pubblico, la manovra introduce una significativa novità: la possibilità di prolungare l’attività lavorativa oltre i limiti attuali, previo accordo con l’amministrazione di appartenenza. Questa opportunità è particolarmente orientata ad attività di tutoraggio e affiancamento dei neoassunti, con un limite del 10% rispetto alle facoltà assunzionali dell’ente. Il limite massimo di permanenza in servizio è fissato a 70 anni, con eccezioni per specifiche categorie professionali come magistrati e avvocati, nei casi in cui le Pubbliche Amministrazioni ritengano necessario continuare ad avvalersi delle loro competenze.

Scritto da Redazione

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