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Introduzione alla riforma pensionistica
La recente manovra 2025 ha introdotto una significativa modifica nel sistema previdenziale italiano, permettendo la possibilità di cumulare gli importi della pensione principale con quelli derivanti dai fondi pensionistici complementari. Questa novità, promossa da un emendamento della Lega, mira a offrire maggiore flessibilità ai lavoratori, consentendo loro di andare in pensione a 64 anni, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi.
Dettagli della nuova normativa
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha spiegato che il provvedimento è stato concepito per affrontare il problema delle pensioni povere, un tema di crescente rilevanza in un contesto economico difficile. La norma si applica principalmente ai lavoratori assunti dopo il primo gennaio 1996, ma il governo ha annunciato l’intenzione di estendere la misura anche ai lavoratori pre-1996. La possibilità di cumulare le rendite dei fondi previdenziali complementari rappresenta un passo importante verso una pensione più dignitosa.
Critiche e preoccupazioni
Tuttavia, non mancano le critiche da parte dei sindacati. La segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, ha denunciato che la riforma non affronta in modo adeguato le problematiche legate all’accesso alla pensione. Secondo Ghiglione, i requisiti per accedere alla pensione potrebbero diventare ancora più severi, con l’aumento a 25 anni di contributi richiesti dal 2025 e a 30 anni dal 2030. Questo scenario potrebbe escludere una vasta parte della forza lavoro, in particolare le donne, che spesso affrontano carriere discontinue e salari bassi.
Il futuro previdenziale in discussione
La questione della sostenibilità del sistema previdenziale è al centro del dibattito. Con un bilancio dell’Inps in rosso e una legge come la Fornero che continua a influenzare le politiche pensionistiche, molti si chiedono se le misure attuali siano sufficienti per garantire un futuro dignitoso ai lavoratori. È fondamentale che il governo consideri interventi strutturali per migliorare la situazione, soprattutto per coloro che hanno svolto lavori faticosi o che si trovano in condizioni economiche precarie.