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La pensione di vecchiaia: un diritto complesso
La pensione di vecchiaia rappresenta la principale misura previdenziale in Italia, con un’età pensionabile fissata a 67 anni. Tuttavia, non tutti i lavoratori che raggiungono questa età possono accedere immediatamente alla pensione. Infatti, è necessario avere accumulato almeno 20 anni di contributi. Ma cosa succede a chi, pur avendo i requisiti anagrafici, non raggiunge l’importo minimo della pensione?
Le differenze tra i sistemi contributivi
Il sistema previdenziale italiano distingue tra due categorie di lavoratori: i contributivi puri, che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995, e quelli che hanno iniziato prima. Per i lavoratori che hanno versato contributi prima del 1995, è possibile andare in pensione a 67 anni senza considerare l’importo della prestazione. Al contrario, i contributivi puri devono raggiungere un importo pari ad almeno 534,41 euro al mese, corrispondente all’assegno sociale del 2024, per poter accedere alla pensione.
Alternative per chi non raggiunge i requisiti
Per coloro che non possono andare in pensione a 67 anni, le opzioni sono limitate. Una possibilità è l’assegno sociale, che può essere richiesto da chi non ha diritto alla pensione. Tuttavia, questa misura ha restrizioni reddituali: per i singoli, il reddito non deve superare l’importo dell’assegno stesso. In alternativa, c’è l’assegno di inclusione, un sussidio destinato agli over 60, che offre fino a 500 euro al mese come integrazione al reddito, ma anche in questo caso ci sono limiti di reddito e requisiti ISEE da rispettare.