Argomenti trattati
Il contesto della legge Paccher
La recente proposta di legge, nota come legge Paccher, ha suscitato un acceso dibattito in Trentino. Questa normativa mira a riportare sotto la gestione diretta del bilancio regionale i contributi previdenziali dei consiglieri regionali. Tuttavia, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, hanno espresso forti preoccupazioni riguardo a questa iniziativa, sottolineando che essa potrebbe segnare un ritorno a un sistema di privilegi per i politici, a discapito dei lavoratori comuni.
Le conseguenze della modifica
Secondo i sindacati, la legge Paccher non solo mina il sistema di previdenza complementare regionale, Pensplan, ma introduce anche una disparità tra i consiglieri e i lavoratori. I consiglieri potrebbero beneficiare di un trattamento previdenziale diverso, e potenzialmente più favorevole, rispetto ai comuni cittadini. Questo approccio è considerato inaccettabile, poiché contrasta con il principio di equità che era stato adottato in Trentino Alto Adige, dove si era cercato di equiparare i diritti previdenziali dei politici a quelli dei lavoratori.
Il rischio di un ritorno ai vitalizi
Un altro aspetto preoccupante sollevato dai sindacati è il rischio concreto di un ritorno ai vitalizi, un sistema che era stato abolito per garantire maggiore equità. La proposta di legge, secondo i sindacalisti, non solo rappresenta un passo indietro, ma potrebbe anche creare un precedente per future disuguaglianze nel trattamento previdenziale. La soluzione proposta dai sindacati è quella di legare la previdenza dei consiglieri all’età pensionabile media dei lavoratori, in modo da garantire una maggiore equità e coerenza nel sistema previdenziale.
La posizione dei sindacati
I rappresentanti sindacali hanno ribadito la loro posizione, affermando che sarebbe stato più coerente rinunciare ai versamenti per la previdenza integrativa piuttosto che creare un nuovo sistema pensionistico pubblico che non ha pari tra i lavoratori. La loro richiesta è chiara: è necessario mantenere l’equità nel sistema previdenziale, evitando che i politici possano godere di privilegi ingiustificati rispetto ai cittadini comuni. La questione della previdenza dei consiglieri regionali è quindi al centro di un dibattito che coinvolge non solo i politici, ma anche tutti i lavoratori del Trentino.