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Il futuro delle pensioni in Italia
Negli ultimi anni, diversi enti di ricerca e l’INPS hanno messo in luce un dato preoccupante: i giovani di oggi, in particolare quelli sotto i 30 o 35 anni, potrebbero trovarsi a dover lavorare fino a oltre 70 anni per ottenere una pensione dignitosa. Le proiezioni indicano che l’importo mensile della pensione potrebbe aggirarsi attorno ai 1100-1200 euro, una cifra che rischia di essere insufficiente per garantire una vita serena e senza preoccupazioni economiche.
La necessità di una pensione integrativa
Non solo i più giovani, ma anche coloro che attualmente hanno tra i 40 e i 50 anni potrebbero dover considerare l’idea di integrare il proprio assegno previdenziale. In un contesto economico in cui gli stipendi sono spesso insufficienti, diventa fondamentale investire in un fondo pensione. I fondi pensione di categoria, che godono di agevolazioni fiscali, rappresentano una delle opzioni più vantaggiose per garantire un futuro più sereno.
Le sfide della previdenza complementare
Uno studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma ha sollevato dubbi sull’effettiva convenienza delle pensioni integrative. Tuttavia, secondo la Ragioneria dello Stato, senza una forma di integrazione, un ventenne di oggi potrebbe ricevere, tra 45 anni, una pensione netta pari a solo il 66-67% dell’ultimo stipendio percepito. Questo scenario evidenzia l’importanza di non procrastinare la scelta di un fondo pensione, soprattutto per i più giovani, che hanno il vantaggio del tempo dalla loro parte.
Chi può permettersi di investire?
È interessante notare che, nonostante la necessità di una previdenza integrativa, sono prevalentemente le persone più anziane a comprendere l’importanza di questo investimento. Gli stipendi bassi e la precarietà lavorativa rendono difficile per i giovani accantonare risparmi per il futuro. Pertanto, è cruciale che i giovani inizino a informarsi e a considerare le opzioni disponibili per la previdenza complementare, senza aspettare ulteriormente.