Pensioni nel 2025: requisiti e novità per il pensionamento

Scopri i requisiti per la pensione di vecchiaia e le novità per il 2025.

Requisiti per la pensione di vecchiaia

Nel 2025, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia rimane fissata a 67 anni, con un minimo di 20 anni di contributi versati. Questa regola si applica sia ai lavoratori dipendenti che agli autonomi. Nonostante le incertezze generate da alcune simulazioni, non ci sono stati cambiamenti significativi rispetto all’anno precedente. La stabilizzazione dell’aspettativa di vita certificata dall’Istat ha permesso di mantenere invariati i requisiti per il pensionamento.

Pensione anticipata e scivoli pensionistici

Per il 2025, è stata prorogata la possibilità di andare in pensione anticipata attraverso Quota 103, riservata a lavoratori con requisiti specifici. In questo caso, l’assegno pensionistico è limitato a un massimo di 2.818 euro lordi al mese fino al compimento dei 67 anni. È importante notare che non è possibile cumulare la pensione con redditi da lavoro, eccetto per quelli derivanti da attività autonome entro una soglia di 5.000 euro annui.

Opzione donna e Ape sociale

Nel 2025, è ancora possibile accedere a Opzione donna, ma con requisiti ridotti. Le lavoratrici dipendenti possono accedere solo dopo una finestra di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti, mentre per le autonome la finestra è di 18 mesi. Inoltre, rimane attivo lo scivolo pensionistico noto come Ape sociale, che supporta lavoratori in difficoltà, consentendo l’uscita anticipata dal lavoro. I requisiti variano a seconda della condizione del richiedente, come disoccupati, caregiver o lavoratori con invalidità.

Rivalutazione delle pensioni e contributo di solidarietà

Dal 1° gennaio 2025, le pensioni saranno rivalutate dello 0,8% per adeguarsi all’inflazione. Tuttavia, è prevista anche una riduzione dell’assegno pensionistico per chi si ritira nel biennio 2025/2026, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita. Inoltre, la Legge di Bilancio ha reintrodotto il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, applicabile agli assegni superiori ai 5.000 euro lordi mensili. Questa misura ha suscitato critiche, poiché viene vista come una violazione del principio di corrispettività.

Scritto da Redazione

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