Riforma fiscale 2025: un anno senza cambiamenti per i contribuenti

Il nuovo anno fiscale si apre senza misure significative per il ceto medio e i pensionati.

Il contesto fiscale attuale

Il 2025 si avvicina e con esso le aspettative di cambiamenti nel sistema fiscale italiano. Tuttavia, per le categorie che rappresentano l’85% dei contribuenti Irpef, le novità non sono all’orizzonte. Questo gruppo include circa 22 milioni di lavoratori dipendenti e 13,5 milioni di pensionati, che si trovano a fronteggiare un sistema fiscale che, attualmente, sembra favorire i più abbienti. La questione centrale è la regressività del sistema, che penalizza il ceto medio, tassandolo in modo più oneroso rispetto ai redditi più elevati.

Le promesse non mantenute

Il governo ha promesso un taglio dell’aliquota Irpef del 35%, ma questa misura è stata rinviata. Il viceministro Maurizio Leo aveva sperato di raccogliere i fondi necessari attraverso il gettito del concordato preventivo biennale, ma i risultati sono stati deludenti. Solo 1,3 miliardi sono stati raccolti, ben lontani dai 2,5 miliardi necessari per attuare il taglio. Questo rinvio ha lasciato i contribuenti in una situazione di incertezza, senza alcun intervento concreto per alleviare il carico fiscale sul ceto medio.

Le conseguenze per i lavoratori e i pensionati

Le misure fiscali previste per il 2025 non porteranno benefici significativi per i lavoratori con redditi bassi. Sebbene ci sia un piccolo vantaggio per chi guadagna tra 35.000 e 40.000 euro, i lavoratori con redditi inferiori subiranno perdite. La Lega ha ottenuto un ampliamento del tetto di reddito per accedere alla flat tax, ma questo non fa altro che escludere ulteriormente i lavoratori dipendenti dal regime fiscale favorevole. Inoltre, il nuovo sistema di detrazioni Irpef, che si riduce progressivamente, potrebbe portare a un aumento dell’aliquota marginale effettiva per molti contribuenti, scoraggiando il lavoro straordinario e complicando i rinnovi contrattuali.

Un futuro incerto per il ceto medio

Con la manovra fiscale per il 2025, il governo sembra limitarsi a confermare le misure già esistenti, senza apportare cambiamenti significativi. Le stime indicano che circa 800.000 lavoratori potrebbero trovarsi con un reddito netto inferiore rispetto all’anno precedente. La situazione è particolarmente critica per coloro che guadagnano tra 30.000 e 40.000 euro, che potrebbero vedere un aumento dell’aliquota marginale al 56%. Questo scenario non è quello che i contribuenti si aspettavano da un governo che ha promesso sostegno alla contrattazione collettiva e un miglioramento delle condizioni lavorative.

Scritto da Redazione

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