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Cos’è il Tfr e come funziona
Il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr), noto anche come liquidazione, rappresenta una parte della retribuzione che il lavoratore subordinato riceve al termine del rapporto di lavoro. Questo importo viene accantonato dal datore di lavoro e, al momento della cessazione del contratto, il lavoratore ha diritto a riceverlo. Tuttavia, con l’introduzione della riforma della previdenza complementare nel 2005, sono state apportate modifiche significative riguardo alla gestione del Tfr, in particolare per quanto riguarda la possibilità di destinarlo ai fondi pensione complementari.
La scelta tra azienda e fondi pensione
Una delle domande più frequenti riguarda se sia più vantaggioso mantenere il Tfr in azienda o trasferirlo a un fondo pensione. I lavoratori hanno sei mesi di tempo dall’assunzione per prendere questa decisione. È fondamentale considerare diversi fattori, tra cui la tassazione applicabile. Generalmente, la tassazione è più favorevole nel caso in cui il Tfr venga destinato a un fondo pensione, dove l’importo può rivalutarsi in modo più vantaggioso rispetto allo standard di legge.
Vantaggi fiscali e rendimenti
Un altro aspetto importante da considerare è la differenza nella tassazione tra i due modelli. Se il Tfr rimane in azienda, al momento del pensionamento, verrà tassato secondo le aliquote Irpef, che variano dal 23% al 43%. Al contrario, se il Tfr viene conferito a un fondo pensione, la tassazione è agevolata e può variare dal 15% al 9%, a seconda degli anni di iscrizione al fondo. Inoltre, i rendimenti del Tfr destinato ai fondi pensione sono legati alle scelte di investimento, offrendo la possibilità di ottenere rendimenti superiori rispetto a quelli garantiti dalla legge per il Tfr mantenuto in azienda.